Nel 1945 il film horror Isle of the Dead, diretto da Mark Robson e interpretato da Boris Karloff, celeberrimo Frankenstein del grande schermo, fece conoscere al grande pubblico cinematografico la figura del brucolaco, sorta di vampiro greco il cui sostentamento, a differenza di quello del “cugino” slavo, è meno legato al consumo di sangue delle vittime. Il brucolaco, inoltre, non vive esclusivamente di notte e con la sua presenza è capace di contaminare le case e le mense. Egli, insomma, pur essendo accomunato al più celebre vampiro dallo statuto di esistenza sospeso tra la “non morte” e la “non vita”, si presenta piuttosto come un ibrido tra il dio Pan, le arpie e le lamie dell’antichità classica, e mette in luce un aspetto poco noto del folklore greco di tutti i tempi: il carattere mostruoso e tenebroso, decisamente in contrasto con l’immagine esclusivamente apollinea coltivata spesso dagli osservatori stranieri. Nei testi letterari compresi nella presente raccolta il brucolaco si presenta al lettore in tutta la sua terribile potenza e violenza mettendo a dura prova l’ordinato mondo dei vivi. O forse dei vivi essi sono lo specchio deformante, il lato tanto più vero quanto più occulto? Un’occasione per riflettere e per abbandonarsi alla potenza della grande letteratura, che una volta di più si rivela la chiave di accesso ideale alla nostra anima.